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Heinrich Dunst e Christoph Meier sono accomunati dalla medesima visione dell’arte e dallo stesso modo di concepire e operare all’interno dello spazio creativo. Entrambi usano un linguaggio che non utilizza solo i media della pittura o scultura, oltrepassano le categorie di genere per interrogarsi su problemi e questioni interne all’arte contemporanea. Investigano sul ruolo dell’artista, sulle regole che determinano la messa in scena, la visualizzazione e l’economia dell’opera, sugli aspetti performativi che l’atto creativo racchiude in se stesso.

In occasione della mostra a Catania, i lavori dei due artisti si intersecano reciprocamente, in modo da creare un altrove in cui il gioco tra lo spazio pieno e vuoto è al centro della rappresentazione.

Il lavoro di Christoph Meier è una struttura delicata e leggera, che si dispone all’interno della galleria e non può contenere altro che se stessa.

Le opere di Heinrich Dunst, grazie alla sua esperienza, aiutano a bilanciare lo show, donando peso all’architettura leggera di Meier. La selezione dei suoi lavori sono un gruppo di opere collocate nell’unico spazio possibile, ovvero le pareti della galleria, e collaborano con l’opera di Meier, a volte in modo logico, altre dimenticando la relazione.

I due artisti creano interventi spaziali che oltrepassano il limite di ciò che si vede e di ciò che si può dire, l’intraducibilità di una forma nell’altra, in cui il vuoto diviene protagonista e dona ritmo agli elementi. Non serve nient’altro, è la galleria stessa ad essere in mostra.