Paolo Masi è nato nel 1933 a Firenze, dove vive e lavora. La sua attività è strettamente legata a una continua sperimentazione sul modo di operare e trasformare i materiali; per Masi, l’agire artistico è qualcosa sempre in fieri, che di volta in volta si apre a nuovi approfondimenti e a nuove soluzioni.
Alla prima personale nel 1960 alla Strozzina a Firenze seguono numerose mostre nelle principali gallerie italiane ed europee: Numero (Firenze), Cenobio (Milano), L’Aquilone (Firenze), Schema (Firenze), Christian Stein (Torino), Lydia Megert (Berna), d+c Mueller Roth (Stoccarda), Thomas Keller (Monaco), Primo Piano (Roma), La Polena (Genova), Ariete (Milano), La Piramide (Firenze), Centro d’Arte Spaziotempo (Firenze), Galleria Studio G7 (Bologna), Fondazione Mudima (Milano).
Dopo il confronto con le sperimentazioni post-informali e la ricerca nell’ambito dell’astrazione e del Neoconcretismo, si avvicina alle contestuali esperienze analitico-riduttive, scomponendo e riorganizzando sul pavimento e contro le pareti aste di alluminio, specchi, fili o piccole stecche di plexiglas colorato che estendono anche alla terza dimensione la ritmicità dello “spazio-colore”. Ritorna alla bidimensionalità attraverso il progetto Rilevamenti esterni-conferme interne (1974-76), sviluppato all’esterno con foto Polaroid di tombini, muri e pavimenti iniziate nel 1974 a New York e, contemporaneamente, all’interno dello studio con le Tessiture (tela grezza cucita) e i Cartoni da imballaggio, dove utilizza per la prima volta adesivi trasparenti e coprenti, facendo emergere la struttura interna del materiale.
Dal 1974 Masi è cofondatore insieme a Maurizio Nannucci e Mario Mariotti di un collettivo che gestisce lo spazio no profit di Zona a Firenze, esperienza che troverà la sua continuazione dal 1998 nel collettivo Base.
Da ricordare inoltre le partecipazioni a “I colori della pittura. Una situazione europea” (a cura di Italo Mussa, Roma 1976), alla XXXVIII Biennale di Venezia (1978); alla XI Quadriennale romana (1986); alle mostre “Kunstlerbücher” di Francoforte e “Erweiterte Photographie Wiener Secession” di Vienna (1980); alla mostra parigina “Livres d’artistes” (Centre Georges Pompidou, Parigi, 1985), “Arte in Toscana 1945-2000” (Palazzo Strozzi, Firenze, Palazzo Fabroni, Pistoia 2002), “Pittura Analitica. I percorsi italiani 1970-1980” (Museo della Permanente, Milano 2007) e alla mostra “Alla Maniera d’Oggi. Base a Firenze” (Chiostro di San Marco, Firenze 2010); le personali a Bludenz, al Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, alla Fondazione Mudima di Milano; “La Torre di Babele” (Ex fabbrica Lucchesi, Prato 2016), “Versus. La sfida dell’artista al suo modello in un secolo di fotografia e disegno” (Galleria civica, Modena 2016), “Pittura Analitica. Ieri e oggi” (Mazzoleni Art, Londra – Torino 2017).
Nel 2013, in occasione della mostra allestita presso Frittelli arte contemporanea a Firenze, viene pubblicata la prima monografia complessiva sull’artista a cura di Flaminio Gualdoni Paolo Masi. La responsabilità dell’occhio edito da Gli Ori.
Nel 2014 Masi presenta l’installazione Riflessioni Riflesse nel chiostro della Basilica di Sant’Ambrogio di Milano, nella Sala Albertini del Corriere della Sera, nel Cortile del Palazzo dell’Archiginnasio a Bologna (2015), in Piazza San Fedele a Milano (2016) e l’opera Camminate come figli della luce nella Chiesa di Sant’Eufemia a Verona (2016).
Nel 2018 due importanti personali: al Museo MAGA di Gallarate (VA), la mostra antologica “Paolo Masi. Doppio Spazio” curata da Lorenzo Bruni. A Firenze, negli spazi di Le Murate. Progetti Arte Contemporanea, la mostra “Paolo Masi Qui” composta da 12 opere monumentali appositamente concepite e realizzate per l’ex carcere fiorentino.