Generalmente creo progetti complessi partendo da un background teorico, in cui sono presenti anche la qualità estetica e le sfumature liriche. Nel processo di creazione utilizzo sia media tradizionali che nuovi. La maggior parte delle opere presenti nelle mie mostre – siano esse invenzioni utilizzabili, documenti di fantasia o immagini poetiche – sono principalmente installazioni di grandi dimensioni e, facendo parte dei cosiddetti supporti visivi, associati ad altre opere, appaiono in un contesto specifico.
Argomenti trattati: Collassismo, sopravvivenza, autoconservazione, permacultura, cibo della fame, forme di resistenza, architettura non ufficiale (case fatte in casa), scienza popolare, mente selvaggia, culto del cargo, antropologia fantascientifica e modernismo come tradizione popolare.
Cerco anche di perseguire una pratica artistica all’interno della struttura istituzionale che sia coerente con il contenuto del mio lavoro, quindi utilizzo consapevolmente metodi di lavoro economici e rispettosi dell’ambiente, come materiali economici o di scarto. Utilizzo risorse e tecnologie facilmente accessibili a tutti e realizzabili con il minimo sforzo e progetto costruzioni facilmente trasportabili e riciclabili.
Lavoro spesso in collaborazioni occasionali o a lungo termine, più spesso con Krisztián Kristóf (Randomroutines, 2003-), o prima con Anikó Loránt (ex collettivo di artisti, 2002-2020)>>.
Tamás Kaszás