Il titolo della mostra, che presenta opere recenti di quattro artisti ucraini emergenti, Dissipatio H.G. (dove “H.G.” sta per Humani generis) è stato preso in prestito da un libro dello stesso nome di Guido Morselli. Nel 1977 il scrittore italiano immaginava la fine del mondo come una scomparsa istantanea del genere umano mentre il resto è rimasto intatto. Nel 2022 viviamo un altro tipo di fine del mondo, quando alcuni sono destinati a essere massacrati senza motivo, mentre per altri la loro sofferenza e morte passa inosservata. La mancanza di umanità, empatia e il crollo dei valori democratici non è un segnale della fine del mondo come lo conosciamo? Che cosa viene dopo? Come si trasformerà un’umanità, ma anche la natura di cui è parte integrale? Sembra che già da tempo gli artisti ucraini facciano indagini critiche di questo tipo e cerchino modi poetici per immaginare il mondo dopo il crollo. Le opere in mostra abbracciano diversi mezzi artistici tra cui scultura, pittura, fotografia e affrontano particolari questioni socio-politiche ucraine, sfide globali come il cambiamento climatico e visioni poetiche attuali della natura e dell’uomo.