Il disegno è un’attività significativa che di solito giace in cartelle e cassetti nello studio. Il disegno è un evento di mediazione, che rende visibile un insieme di esperienze organizzate come segni o linguaggio, come se il corpo elaborasse l’esperienza sensibile e il lavoro intellettuale in un movimento tra corpo e cervello che porta la mano a essere un sismografo di intensità e impulsi interiori. Questa è la bellezza del disegno, nel suo pensiero esteso al di là del carboncino o della matita su carta. Il disegno è un’idea che si forma, un interno che diventa esterno. Può essere una cosa in sé o un oggetto capace di generare altre opere. Nella mostra Tra la testa e lo stomaco presentiamo tre serie di opere di Hugo Canoilas che corrispondono all’ampia definizione di disegno sopra citata.
Il primo gruppo è costituito da opere composte da più fogli di carta che raffigurano una frase o un paragrafo di autori come Malcolm Lowry o Wally Salomão. Questi lavori si riferiscono alla prima mostra dell’artista, “Opere Nomadi”, presso la Galleria Collicaligreggi nel 2012. Il testo è dipinto su sfondi monocromi o policromi dove si percepisce tutta la gioia e la fiducia nella materialità della pittura. Dipingere il testo in alto porta lo sfondo in uno stato passivo, nel modo in cui lo spettatore vuole rimuovere il significato dell’opera solo dal testo dipinto. Per Canoilas si tratta di “una forma di liberazione del nostro corpo per metterlo in libera relazione con la pittura”,mentre il testo non spiega ma aiuta queste opere a diventare ricettacoli delle proiezioni degli spettatori”.
La seconda famiglia di opere è realizzata su lastre di metallo. Quelle dipinte con colori a olio ci aiutano a capire il titolo della mostra. In esse, il soggetto è interiore e si rivela tra i segni sulle lastre di metallo e tutti i dipinti già realizzati e vissuti dall’autore. Questo modo diagrammatico di dipingere si ricollega al libro di Gilles Deleuze “Francis Bacon – Logiche della sensazione”, dove il pittore non ha mai un foglio o una tela bianca davanti a sé, ma un insieme di esperienze di eventi artistici sociali e politici che riempiono quello spazio. Queste opere emergono tra la frantumazione sociale, politica e artistica del sé, prodotta da alcuni di questi eventi e la liberazione operata da altri. In questa serie di metalli, i collage e i testi diventano archi al passato e al presente. I riferimenti diretti al dadaismo, all’Internazionale Situazionista e al Monte Verità ci forniscono il materiale per considerare il lavoro pittorico di Canoilas in questo periodo.
La terza serie di opere comprende disegni ciechi – realizzati con una candela di cera su carta. I gesti sono rivelati da una seconda pittura realizzata sopra questi disegni, che respinge il colore e diventa luce. Un terzo strato, che mostra la qualità diagrammatica di queste opere, la loro referenzialità e, soprattutto, i pensieri dell’autore che si svolgono davanti a noi, sono i collage che Canoilas ha aggiunto al retro di ogni disegno, spruzzando un’opera apparentemente astratta di significato e di relazioni sociali, poetiche, politiche o artistiche, molto vicine al significato delle scatole che ospitavano le opere di On Kawara. Questi collage sono segreti per la persona che tiene il disegno, il suo custode, secondo le parole di Canoilas.